la storia della banda musicale

Abbiamo ritenuto utile mettere in rete questo lavoro di Michele Lepore per dar modo ai nostri concittadini che non sono in possesso dell’opuscolo stampato, di conoscere o di ricordare questo pezzo di storia del nostro paese.  Le vicende della  Banda musicale sono state sempre strettamente legate a quelle del paese, attraverso questa storia Michele ricostruisce uno spaccato molto significativo della nostra non remota società rurale e artigiana, fatta di tante figure più o meno grandi e tanta  umanità.  E’ sicuramente meritorio far si che tale patrimonio sociale e culturale non si perda nei miasmi di un presente non sempre altrettanto umano.

 

 

 

Michele Lepore

 

LA BANDA MUSICALE DI

CASALE DI CARINOLA

 

 (Cenni storici dalle origini ai giorni nostri)

 

 Stampato nell’agosto 2005 in occasione del 25° anniversario della fondazione della scuola Banda di Casale di Carinola con il patrocinio del Comune

Ringraziamo Grafiche Batik per aver fornito la presente versione digitale dell'opera

 

 Quella volta, un mattino di festa.

Sentii la Banda che faceva il Giro del paese e balzai dal letto e corsi alla finestra per vederla passare. Mi piacevano quelle divise, l’espressione dei volti  dei “musicanti”, il loro modo di camminare. Mi affascinava quell’aura creata dalla musica e che inondava di una particolare luce il giorno festivo.

Quando la Banda suonava in piazza noi ragazzini andavamo sempre a posizionarci nel retro del palco per guardare Paolo Maina al tamburo Lo vedevamo teso, con gli occhi sgranati fissi sul Maestro Squicciarini, in attesa di ricevere il segnale e quando il maestro puntava la bacchetta, lui, senza nemmeno guardare il tamburo, faceva vibrare le due bacchette con tale frenesia che ci sembravano invisibili. Ci ammutoliva ed estasiava.

E quella volta, una serataccia d’inverno con vento ed una gelida pioggia schiaffeggiante. Andavo rasente il muro verso casa quando udii una musica ovattata provenire dalla falegnameria di Girimondo. Spinsi l’uscio socchiuso ed entrai. Fui avvolto da una calda strana sensazione, non perchè venni a trovarmi riparato dal freddo, ma per l’atmosfera della scena che mi circondava. Girimondo al violino, Luigi Manera alla chitarra, qualcuno che non ricordo al mandolino e Mario La Vecchia ad una improvvisata batteria composta da irregolari pezzi di legno, da bottiglie vuote e da una serie di “caccavelle”. Ci davano dentro con una passione travolgente.

E quella volta, una notte d’estate ed io a letto, sveglio. Improvvisamente, distante, una musica, dolcissima, di chitarre e mandolini e poi una voce sconosciuta che cantava “Ohi, Marì” ad una qualche Maria prossima alle nozze.

E quella volta, nella morbida luce domenicale di un pomeriggio inoltrato. Mi fermai davanti alla Cantina ad ascoltare vecchi motivi napoletani che si spandevano dalle corde dei mandolini e della chitarra di Benedetto De Luca (Zaccarino), di Benedetto Rozera e di Antonio Musella (Totonno).

Quei motivi e quella calda luce domenicale ed i nomi ed i volti dei suonatori sono dei piccoli ori che, con il nome di ricordi, riempiono lo scrigno della memoria.

E quella volta, nella bottega di barbiere di Giovanni Sanpaolo.

Con che brio, che allegria, che spirito facevano vibrare i loro strumenti!

E molte altre volte: nella bottega di Raffaele De Cristofaro (Papele), in quella di Mastro Riccardo. Nelle sere d’estate, nei giorni di pioggia. Si riunivano a suonare per il loro piacere e per quello di coloro che ascoltavano. Erano seri, concentrati e se ne stavano silenziosi quando facevano pausa per bere un bicchiere di vino o per fumare una sigaretta.

Quando mi è stato gentilmente chiesto di scrivere questa breve storia della Banda Musicale di Casale ho accettato di buon grado per vari motivi, ma soprattutto per un motivo particolare, di carattere psicologico. Nel pensare e nel rammemorare la Banda sono tornati a galla ricordi di un mondo scomparso, quello contadino, e di una civiltà brutalmente distrutta dall’incalzare rapido ed incontrollabile della Storia.

Ricordare non è sentimentalismo, ma constatazione di fatti che hanno avuto la loro importanza per chi li ha vissuti  e per coloro che sono venuti dopo, dato che l’uomo non è altro che la somma delle esperienze degli uomini che l’hanno preceduto.

Per questo ho voluto inserire in questo libretto, con questa breve prefazione, piccole schegge della memoria. Avrei voluto inserirvi anche, i rumori, i suoni, gli odori di quell’epoca.

I rumori erano di martelli che battevano, di seghe, erano di ruote di carro all’alba, di acque che scorrevano, di pioggia sulle foglie, sui tetti, sulle lamiere (“cannuttere”) che riparavano le soglie delle botteghe… Erano rumori distinti, limpidi, non sconvolti da altri  rumori, confusi, accavallati.

E gli odori erano di fieno, di erba medica, erano di mosto, di vinaccia, di vino, erano di frutta matura, di pane appena sfornato, di legno, di cuoio e di letame anche, di miseria, di povertà. Ed anche questi, gli odori, erano netti, chiari. I nostri sensi erano più ricettivi e sapevano odorare, sentire  la terra, la vita con una forza che non possediamo più.

Non avevo molto materiale su cui indagare per scrivere questa breve storia, a parte un vecchio documento ed un contratto. Per lo più mi sono affidato ad una vecchia conversazione avuta col sig. Vincenzo Fontaniello ed ai racconti, sfumati nella memoria, di alcuni vecchi musicanti, ai quali va il mio ringraziamento: i sigg. Alberico Cerbarano, Trabucco Ernesto, Trabucco Carmine e Mario De Luca.

Per la Storia più recente ha molto contribuito il sig. Luigi Aurilio.

 

 

 

 

 

Non c’è nessun documento a testimoniarlo, ma da voci tramandate nel tempo, appare certo che i primi rudimenti musicali siano stati insegnati a Casale dal Maestro Compositore Saverio Mercadante (1795-1870) intorno al 1850.

È probabile che notabili del luogo abbiano chiamato il Maestro per dare un’educazione musicale a se stessi e ad i loro figli.

Si sa che in quell’epoca in alcune famiglie casalesi si suonava il pianoforte, il violino ed altri strumenti ad arco.

Da questi germi iniziali nacque, in quegli stessi notabili che avevano chiamato il Mercadante, l’idea di fondare una Banda Musicale.

La data della prima Banda nata a Casale è certa. Si deduce da un documento pervenutoci, attualmente conservato dal sig. Luigi Aurilio. In esso si legge che il 24 settembre 1877 fu fatto l’istrumento pubblico della Banda Musicale dal notaio Pasquale Maria Paparelli di Cascano.

I componenti del Consiglio di Amministrazione sono i signori:

Francesco Trabucco, Pietro Marra, Pasquale Ruosi, Clemente Taffuri e Tommaso Lepore.

I componenti del Consiglio Generale sono: Rozera Angelo, Ruosi Paolo Rosario, Bianchini Gennaro, Taffuri Carmine e Canale Casto.

Maestro: Cav. Giovanni Torchio.

Il Corpo Musicale è formato da:

Maina Guglielmo, Ambronzini Serafino, Salzano Luigi, Casaluce Pasquale, La Vecchia Andrea, Casale (?) Luigi, De Santis Giuseppe, Martucci Ferdinando, Martucci Pietro, Martucci Egidio, Feola Giuseppe, Bianchini Giuseppe, D’Angelo Francesco, Maina Ferdinando, Numerico (?) Bernardo, Casaluce Giuseppe, Canzoni Salvatore, Andolfi Giuseppe, Ambronzini Michele, Verrengia Francesco, Ferri Antimo, Cerreti Antonio.

Per far fronte alle spese, oltre al contributo sostanzioso del Consiglio di Amministrazione, fu chiesto anche un contributo alla cittadinanza, che corrispose generosamente.

A leggere il documento si scopre un senso di responsabilità ed un clima di concordia civica che purtroppo sembra sia andato perduto in quest’epoca fatta di egoismo e di discordia generale.

Per catturare quel vecchio clima e non solo, riporto queste curiosità che emergono dal Libro dei rendiconti della Banda tenuto da Pietro Marra: “Per affrontare le spese per l’acquisto delle divise, degli strumenti musicali ed altro hanno contribuito i cittadini di Casale ed il Consiglio di Amministrazione con queste quote:

Pasquale De Ruosi: £ 25,17 per la quota più £ 50 per l’acquisto di strumenti.

Taffuri Carmine £ 25,17 più £ 50.

Lepore Tommaso £ 25,17 più £ 50.

Rozera Luigi £ 30, Feola Tommaso £ 20, De Stasio Pasquale £ 20, Trabucco Domenico £ 20, Bianchini Gennaro £ 20, De Ruosi Paolo £ 15, De Santis Giuseppe £ 15, Trabucco Salvatore £ 15 Matano Michele £ 10, Rozera Angelo £ 10, Cassa Operaia £ 28.

L’esordio della Banda avvenne a Casale il 25 Gennaio 1878 in occasione della Festa di San Paolo.

L’introito fu di £ 56,35.

“Dato al Maestro £ 10.

Pagato lo strumento Quartino £ 25.

Per petrolio servito per il concerto e per i mesi dicembre 1877 a gennaio 1878 £ 4,15.

Dato al tamburo £ 1.

Pagato una corda nuova per il tamburo cent. 70.

Dato a Michele Abronzino per i lumi cent. 50.

Totale £ 56,35”.

Altre feste di quell’anno a cui fu chiamata la banda:

19 marzo San Giuseppe – Sparanise (Processione) £ 25

Martedi in Albis – Casale (Concerto) £ 123,75

16 giugno – Cascano (Processione) £ 25

20 giugno – Mondragone (Concerto) £ 127

15 agosto – Festa dell’Assunta – Cappelle (Processione) £ 33

18 agosto – San Rocco – Roccamonfina (Processione) £ 25

1 settembre Festa del Corpo di Cristo – San Marco (Processione) £ 25

8 settembre – Madonna della Libera – Ventaroli £ 31

30 settembre – Santa Maria di Costantinopoli – poli Cicioni £ 93,50

20 ottobre – Madonna del Rosario – Casale £ 50

8 dicembre – Concerto a Sparanise £ 63”.

Il documento termina con la data 22 novembre 1880 posta sotto un verbale di rendiconto nel quale per motivi “materiali e morali” non ben specificati si allude ad un diverbio sorto in seno al Comitato che fa presagire la fine del sodalizio.

Il verbale è firmato dal Maestro Torchio, Giuseppe Trabucco, Guglielmo Maina, Serafino Abronzino e Pietro Marra. In una nota a parte si legge; “Il verbale non lo trovo di mia soddisfazione e perciò non lo firmo; Casto Canale”.

In seguito a questo disaccordo è probabile che per alcuni anni si sia interrotta la presenza a Casale di una Banda Musicale. Lo fa capire la lettura del verbale e si deduce ancor meglio dal documento che, dopo il verbale, non  conserva più alcuno scritto pur avendo ancora delle pagine bianche.

Sarà lo stesso Maestro Torchio che, anni dopo, nel settembre del 1896, riorganizzerà la Banda, assumendosene piena responsabilità.

Nessun Comitato o Consiglio di Amministrazione, ma solo lui, i musicanti e una Commissione Arbitrale composta da quattro persone.

In un contratto stipulato tra lui ed i musicanti, redatto in quattro fitte pagine, suddiviso in 14 punti, in uno stile molto rigido, quasi militaresco, si affermano gli “obblighi” dei musicanti alle loro responsabilità e ai comportamenti da tenere in seno alla Banda ed anche verso i cittadini durante le loro manifestazioni. Si afferma inoltre che il Maestro, e lui soltanto, sceglierà le feste a cui partecipare e sarà lui solo a stabilire la paga per ogni componente del Corpo musicale.

Inoltre:

Punto 11: “I musicanti si obbligano di dare l’abitazione gratuita al Maestro in tutto il tempo stabilito dal contratto.

Punto 12: Di tutti i funebri (servizio funebre) che si faranno in Casale il Maestro prenderà solo la doppia paga, ma trattandosi di funebri di famiglie dei musicanti, della Commissione Arbitra e soci della Società Operaia, il Maestro presterà l’opera gratuitamente come farà anche il Corpo Musicale.

Si escludono però conviventi in famiglia.

Punto 13: Per tutte le controversie che potrebbero sorgere tra il Maestro ed i musicanti sarà arbitro una Commissione di 4 individui, due nominati dal Maestro e due dal Corpo Musicale. Il Maestro ha nominato i Signori Pietro Marra e andrea De Stasio, il Corpo Musicale i Signori Casto Canale e Giuseppe Canale.”

Non si sa molto del Maestro Torchio né delle sue doti artistiche.

Sembra sia giunto a Casale da Napoli. Doveva esserci una certa corrispondenza tra i notabili casalesi e il mondo musicale napoletano.

Nella sua precedente esperienza nel nostro paese evidentemente aveva colto la sensibilità e l’amore per la musica dei casalesi. Evidentemente i suoi insegnamenti avevano dato frutti ed ora voleva coglierli non solo dal lato artistico, ma anche economico. Riorganizzare una banda a Casale era per lui una soddisfazione professionale ed una fonte notevole di guadagno.

Il corpo musicale era composto da gente semplice, proveniente dal quel folto mondo artigianale che allora (e non più ahimè!) caratterizzava Casale. Sarti, falegnami, calzolai, bottai, barbieri, fabbri, scalpellini ecc.

Per loro far parte della banda non significava solo poter esprimere la loro sensibilità ed il loro amore per la musica, ma anche un ricavo economico. Non solo. La Banda significava anche divertimento, la possibilità di uscire dal paese, il cameratismo giovanile, avventure.

Pensiamo all’epoca, priva ancora di luce elettrica, con mezzi di trasporto occasionali e lenti. Su carro, “sciaraballi”, a piedi si recavano nei paesi in cui venivano chiamati a suonare. Le discussioni, gli scherzi lungo il tragitto! Quel sentirsi orgogliosi delle loro capacità musicali che allora erano rare, come era raro poterle ascoltare sulle piazze.

Poi la folla intorno al palco, gli applausi, le occhiate delle ragazze! E il vino che, in quella civiltà contadina, oltre ad inebriare l’anima era necessario nutrimento per il corpo.

Si, era faticoso fare il musicante, ma anche affascinante.

Con l’inizio del ‘900 il culto ed il piacere per la musica a Casale si ampliò con la nascita di un gruppo di suonatori di strumenti ad archi. Pare che siano venuti, ancora da Napoli, dei maestri, forse discepoli del Mercadante, ad insegnare musica e ad avviare al suono di questi strumenti: chitarre, mandolini, violini, viole, ecc.

Questi suonatori si riunivano in una bottega o in una casa e si godevano per puro piacere le loro suonate.

Venivano chiamati a battezzi, matrimoni, per serenate, a feste rionali. Accompagnavano lo svolgimento di manifestazioni folcloristiche come Zeza, I Mesi, Zingari e Caurarari.

Un gruppo che creò una tradizione che ancora molto viva fino agli anni 50-60 perdura con alterna fortuna ancora oggi.

La Banda del Maestro Torchio tramontò con l’inizio del nuovo secolo.

Fu dopo la I Guerra Mondiale, negli anni ’20, che nascerà una nuova Banda, quando arriva a Casale, proveniente da Calvi Risorta, ma di origine pugliese, il Maestro Direttore Onofrio Squicciarini.

Egli viene chiamato dal Podestà di Carinola, Macarone, per fondare una scuola musicale giovanile.

Qualche anno dopo, col nome di “Opera Nazionale Balilla”, la scuola fa il suo esordio in piazza.

Ha subito un grande successo non solo e non tanto per le sue capacità musicali, per lo più espresse con fanfare ed inni, ma anche per l’effetto scenografico offerto dalle divise e dall’età dei suonatori che va dai 12 ai 15 anni.

Questa Banda viene chiamata ovunque in occasione di manifestazioni festive ed adunate. Più tardi il Maestro Squicciarini, spinto anche da ambizioni artistiche, la arricchì facendo confluire in essa nuovi elementi, molti dei quali, ormai in età matura, avevano militato sotto la guida del Maestro Torchio.

Fu questa una Banda di notevole livello artistico, con un repertorio di tutto rispetto, capace di eseguire opere dei grandi compositori italiani e stranieri.

La sua notorietà varcò i confini regionali, mietendo successi ovunque si esibiva.

In questa banda esordì colui che poi sarebbe stato il maggiore esponente dell’arte musicale a Casale: Edoardo Squicciarini (1906-1988), figlio di Onofrio.

Egli studiò al Conservatorio di Napoli, armonia e composizione insieme ai fratelli Pucci, apprezzati compositori e concertisti. Alfredo Pucci fu chiamato a fare parte dell’orchestra della Fenice di Venezia.

Edoardo Squicciarini esordì nella Banda come flautista nel 1928, poi ancora molto giovane, dopo il ritiro del padre, ne divenne il Direttore.

L’arrivo della guerra e la chiamata alle armi di molti elementi del corpo musicale portò la banda al declino.

Dobbiamo arrivare agli anni ’50 per vederla risorgere per opera soprattutto del Cav. Gennaro Marra (1092-1980) e del Sig. Alfredo Razzino. Direttore è ancora il Maestro E. Squicciarini, coadiuvato dal solista flicornino Sig. De Santis come Capobanda artistico e dal Sig. Vincenzo Fontaniello come capobanda amministrativo.

Con notevoli sforzi economici e grandi ambizioni artistiche vengono per la prima volta a far parte del corpo musicale esponenti diplomati al Conservatorio come lo stesso De Santis ed alcuni solisti provenienti da Napoli.

Forse questo è stato il periodo di maggiore splendore della Banda musicale di Casale. Con un repertorio che comprendeva Verdi, Doninzetti, Puccini, Mascagni, Bizet ed altri, nonché arrangiamenti e composizioni dello stesso Squicciarini, mietè successi ovunque fino a meritare la Medaglia D’oro (1956) ad un raduno bandistico nella città di Salerno.

Verso la fine degli anni ’50 il Maestro Squicciarini per motivi di salute e forse anche per cause economiche, si diede all’insegnamento nelle scuole medie. Al suo posto subentra il Maestro Tommaso Caiazzo di Riardo che continua l’opera per qualche anno.

Intanto la Direzione Didattica di Sparanise aveva promosso dei corsi serali per l’insegnamento della musica. Il corso durava tre anni e lasciava ai meritevoli un diploma. Da questo corso sono usciti musicanti che poi sono entrati nella nuova Banda di Casale, ricostituita ancora una volta dal Cav. Marra.

Alla guida di questa Banda fu chiamato il Maestro Pascarella di Maddaloni, che la diresse fino al 1976.

Dopo c’è stato un periodo di ristagno durante il quale tuttavia rimase vivo l’insegnamento e l’interesse per la musica.

Agli inizi degli anni ’80 il Parroco Struffi ebbe l’idea di portare la Madonna in processione, a turno, nei vari rioni del paese e di lasciarla in una casa dove i fedeli si riunivano in veglia ed in preghiera.

Per rendere più solenne l’avvenimento il Dottore Armando Trabucco, il sig. Luigi Aurilio ed il sig. Giovanni Sanpaolo organizzarono una piccola banda (circa 15 elementi) per l’accompagnamento della Madonna in processione.

Nella storia musicale di Casale questa Banda viene ricordata col nome di banda del PRIATORIO.

La sua importanza sta non solo nella sua caratteristica e originalità, ma anche nel fatto che essa suscitò quell’entusiasmo che portò alla nascita di quella scuola musicale che col nome Banda Città Casale, tuttora rimane.

Su di essa lavorò, con nostalgico impegno, ancora una volta il Maestro Squicciarini, il quale, a causa dell’età avanzata, non potendo svolgere tutti gli impegni che la mansione richiedeva chiamò come collaboratore il Maestro Direttore Vittorio Sabbatiello (1922-2000) di Sparanise.

Il Maestro Squicciarini curava gli ottoni e la parte ritmica, mentre il Sabbatiello curava i legni ed i flauti.

Presidente e finanziatore di questa Banda fu il Dott. Armando Trabucco coadiuvato dal sig. Luigi Aurilio.

In questo periodo il Maestro Squicciarini compose, tra l’altro, l’inno a San Paolo “Estote fortes” (Siate forti).

Questo periodo di insegnamento da parte dei due maestri andrebbe ricordato, specie da chi ne ha direttamente usufruito, con grande gratitudine, perché dai due insegnanti ha ricevuto quelle solide basi che gli sono state di grande ausilio poi nello studio al Conservatorio. Parecchi che hanno ricevuto i primi rudimenti musicali dal Maestro Squicciarini e dal Maestro Sabbatiello militano attualmente in bande militari e civili di prestigio.

La Banda composta da circa 50 elementi, con alcuni solisti forestieri e adornata da un gruppo di majorette per alcuni anni, era in grado di competere con le migliori bande musicali del Meridione.

Ebbe molto successo per tutto il periodo degli anni 80.

È in questo periodo che inizia a dare il suo notevole contributo alla storia musicale di Casale, il sig. Pacifico Di Fusco.

Ex allievo di Squicciarini, negli anni ‘60, diviene poi flicornino concertista e a lungo milita con onore nelle grandi bande pugliesi sotto la direzione di insigni Maestri.

Egli fu chiamato a collaborare con lo Squicciarini che ormai vecchio, si limitava alla cura degli arrangiamenti, alla composizione e alle prove concertistiche.

Con la morte del Maestro Squicciarini, poi di quella del Maestro Sabatiello e col ritiro di quei vecchi musicanti che tanto generosamente avevano contribuito alla sua gloria la Banda perde quel prestigio che l’aveva distinta in molte epoche della sua storia.

Rimane e continua la tradizione della scuola, con indefesso impegno, il sig. Di Fusco con una Banda giovanile che si limita ad eseguire marce, senza servizio di palco.

Ci si augura che, prima o poi, qualche bravo maestro, venendo a conoscenza della sensibilità musicale che sempre è albergata nel popolo di Casale voglia prendere in mano le redini di questa scuola per portarla nuovamente ai passati splendori.

 

documenti storici

 

E’ ben noto a tutti noi che Casale è la frazione del Comune di Carinola dove la musica ha sempre trovato terreno fertile ed entusiasmo per esprimersi attraverso persone che ne hanno coltivato l’amore e curato la crescita negli anni.

Io stessa ricordo ancora la passione musicale del prof. Squicciarini, uno degli ultimi maestri della vecchia guardia e mio insegnante alle medie, il quale cercava di trasmettere a noi alunni l’amore per la musica, trascinandoci in lunghe ed accese discussioni che riguardavano questa o quell’opera melodrammatica.

La Banda Musicale di Casale è stato il risultato di quest’amore per la musica. Purtroppo, con la morte degli ultimi maestri, Squicciarini e Sabbatiello, le cose sembrano alquanto cambiate e oggi della Banda di Casale esiste solo il ricordo.

La Storia della Banda Musicale è stata raccontata molto esaurientemente dal prof. Michele Lepore sul sito Casaleweb e invito tutti a leggerla, ma voglio regalare agli amici di Casale un documento del 1912 che ho trovato nelle mie ricerche d’archivio e che può integrarsi con il testo storico scritto da Michele.

E’ il modello di un’uniforme per la Banda Musicale approvato dal Comando della Divisione Militare di Napoli.

Per facilitare la lettura, riporto il testo.

Esemplare dell’uniforme del Concerto Musicale di Carinola.

1°- Berretto nero con galloncino rosso largo millimetri due e lira musicale in argento.

2°- Giubba nera, collo ramesciato con lire e filettatura rossa al davanti larga millimetri due.

3°- Calzone nero con banda rossa larga centimetri due.

4° - Tracolla con borsa cuoio lucido per carte musicali.

5°- Il capo musica veste in borghese.

Carinola 29 febbraio 1912

COMANDO della DIVISIONE MILITARE di NAPOLI

Si approva

Napoli, 8 Giugno 1912

Firma del Maggior Generale

 

CLIO

Fonte: Archivio di Stato di Caserta – Prefettura II serie.

Pubblicato da il www.ilquiquiri.com (01 giugno 2008)

in rete dal 1999

 

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